Pensieri

La libertà ha due forme: immersioni e moto, due facce della stessa passione

La libertà ha due forme: immersioni e moto, due facce della stessa passione

C'è qualcosa di magico nel modo in cui le nostre passioni possono sembrare così diverse in superficie, ma condividere la stessa essenza nel profondo. Tornando da un recente viaggio di immersioni, con la memoria ancora piena di blu intenso e coralli colorati, mi sono ritrovato a riflettere su un pensiero curioso: l'esperienza dell'immersione subacquea ha molto più in comune con l'andare in moto di quanto si possa immaginare.

Il silenzio che parla

Chiunque abbia mai indossato una muta o una giacca di pelle sa di cosa sto parlando. C'è quel momento preciso in cui tutto il mondo esterno svanisce. Sott'acqua, il rumore mondano viene sostituito dal ritmo ipnotico del tuo respiro attraverso l'erogatore – inspira, espira, una melodia primordiale che ti accompagna mentre fluttui tra i coralli. In sella alla mia moto, è il rombo costante del motore che diventa una sorta di mantra meccanico, una colonna sonora personale che accompagna il viaggio.

Entrambi creano quello che chiamo "il paradosso del rumore silenzioso" – un suono costante che, invece di disturbare, crea uno spazio di silenzio interiore.

Una danza con gli elementi

Su due ruote, danzi con l'asfalto, il vento, la pioggia occasionale e le curve che sembrano disegnate apposta per te. Sott'acqua, è una coreografia con correnti invisibili, la spinta dell'acqua contro il tuo corpo, la gravità che improvvisamente diventa un concetto negoziabile.

Durante un'immersione particolarmente fortunata, mi sono trovato a fluttuare in perfetta sintonia con una corrente leggera, lasciandomi trasportare lungo una parete di corallo come se stessi percorrendo le curve del Passo dello Stelvio in una mattina d'estate – senza fretta, in perfetta armonia con l'ambiente circostante.

La solitudine condivisa

Sia immergersi che guidare sono attività profondamente solitarie e, paradossalmente, intensamente condivise. Sei solo con i tuoi pensieri, concentrato sul momento presente, eppure parte di una comunità che si riconosce con un cenno, un saluto, un segno OK sott'acqua o un abbassamento del casco sulla strada.

Durante questa vacanza, ho incontrato persone di varie nazionalità che non parlavano una parola d'italiano. Eppure, sott'acqua, comunicavamo perfettamente con gesti e sguardi. La stessa cosa accade quando incontro altri motociclisti su un passo di montagna – non importa da dove veniamo, parliamo tutti la stessa lingua della passione.

L'attrezzatura come estensione di sé

C'è una certa ritualità nel preparare l'attrezzatura, che sia controllare la pressione delle gomme e l'olio prima di un lungo viaggio o assemblare l'erogatore e controllare l'ossigeno prima di un tuffo. L'equipaggiamento non è solo strumento, diventa un'estensione del tuo corpo.

La mia muta, come la mia giacca di pelle, racconta storie di avventure passate. Il mio erogatore, come il manubrio della mia moto, si è modellato ai miei movimenti. C'è una relazione quasi simbiotica che si sviluppa con questi strumenti che ci permettono di esplorare mondi altrimenti inaccessibili.

La meditazione del movimento

Forse il parallelismo più profondo è che entrambe le attività sono forme di meditazione in movimento. In un'epoca in cui siamo bombardati da notifiche e distrazioni continue, sia l'immersione che la moto offrono un raro lusso: la necessità assoluta di essere presenti.

Quando ti trovi a 30 metri di profondità o stai affrontando una curva impegnativa, non c'è spazio per pensare alla lista della spesa o all'email da inviare. C'è solo il momento presente, amplificato, vivido, reale.

La libertà tridimensionale

Se la moto ci offre una libertà bidimensionale, l'immersione aggiunge una dimensione in più. Ricordo di aver pensato, fluttuando sopra una prateria di gorgonie rosse: "È come guidare la mia moto, ma potendo improvvisamente decidere di salire verso le nuvole o scendere sotto l'asfalto."

Entrambe le esperienze ci regalano una libertà di movimento che va oltre la nostra quotidianità bipede, ed è forse questo che le rende così irresistibilmente affascinanti.

Il rispetto per l'ambiente

Un altro elemento comune è il rispetto quasi reverenziale per l'ambiente che attraversiamo. Come motociclista, ho imparato a leggere la strada, a rispettare la natura intorno, a muovermi come ospite e non come invasore. Sott'acqua, questo rispetto diventa ancora più tangibile – sei chiaramente un visitatore in un mondo che non ti appartiene.

Osservando la delicatezza con cui la mia guida mi mostrava il reef senza mai toccarlo, ho ripensato a quante volte ho rallentato sulla moto per non disturbare la fauna locale o per godermi un panorama senza lasciare altro che impronte temporanee.

Il ritorno trasformato

Infine, c'è quel momento del ritorno – quando riemergendo verso la superficie vedi la luce che diventa sempre più intensa, o quando, dopo ore di viaggio, scorgi in lontananza le luci di casa. In entrambi i casi, torni un po' cambiato, portando con te qualcosa dell'esperienza vissuta.

Dopo una settimana di immersioni, mi sono ritrovato a guidare verso Milano con una nuova prospettiva, come se avessi portato con me un po' di quella calma subacquea, di quella precisione nei movimenti, di quella consapevolezza amplificata.

Forse è questo il vero motivo per cui queste passioni si intrecciano così naturalmente nella mia vita – non sono semplicemente cose che faccio, ma esperienze che mi formano, luoghi dell'anima dove ritrovo me stesso, ancora e ancora, sia a trenta metri sotto il livello del mare che a duecento chilometri orari su un'autostrada deserta.

E voi, avete mai notato connessioni inaspettate tra le vostre passioni? C'è qualcosa nella vostra vita che vi regala quella stessa sensazione di libertà concentrata, di solitudine piena, di meditazione in movimento?