Tre mesi con la Kawasaki Z900 RS SE: un tuffo nel passato con la testa nel futuro

Ah, l’amore a prima vista. No, non sto parlando di una bella ragazza veneziana incontrata in Piazza San Marco, ma della Kawasaki Z900 RS SE che ho avvistato lo scorso anno all’EICMA. È stato come tornare indietro nel tempo, ma con un biglietto di sola andata per il futuro.
Un incontro fortuito
Immaginate la scena: io perso tra gli stand dell’EICMA come un bambino in un negozio di caramelle. Ed ecco che la vedo: linee classiche che fanno vibrare le corde della nostalgia, ma con un’aura di modernità che grida “Il futuro è adesso, vecchio mio!”. La Kawasaki Z900 RS SE, bella come il profumo del caffè appena fatto in una fredda mattina milanese. Tra luci abbaglianti e il brusio della folla, lei si stagliava come una diva del cinema d’altri tempi catapultata nel presente.
Tre mesi di pura gioia su due ruote
Per un colpo di fortuna che nemmeno al Superenalotto, mi sono ritrovato con le chiavi di questa bellezza per tre interi mesi. “Sarà come vivere con una star del rock degli anni ’70”, pensavo. E in effetti, un po’ lo è stato: carismatica, imprevedibile e con un sound che ti fa girare la testa.
La città: un palcoscenico per una vera diva
Guidarla per le vie di Milano è stato come portare un abito su misura in mezzo a una folla di tute da ginnastica. Tutti la guardavano, alcuni con ammirazione, altri con un pizzico d’invidia. Agile nel traffico come un corriere espresso, ma con la classe di chi consegna champagne invece di pizze.
Gite fuori porta: una rockstar in tournée
Nei weekend e nelle sere d’estate via verso laghi e montagne. La Z900 RS SE si è rivelata una compagna di viaggio entusiasta, sempre pronta a un assolo improvvisato su strade tortuose o a un lungo bridge su rettilinei invitanti. Il suo motore da 948 cc cantava felice, regalandomi 111 cavalli di pura gioia.
In autostrada: un red carpet a 130 km/h
Certo, non è una limousine su due ruote. Ma chi vuole arrivare in autogrill sembrando un manager stressato? Dopo qualche centinaio di chilometri, il fondoschiena iniziava a ricordarmi che i miei 20 anni sono passati da un pezzo. Ma vi dico una cosa: preferisco arrivare un po’ indolenzito ma con lo stile di Steve McQueen, piuttosto che comodo ma con l’aspetto di un turista tedesco in sandali e calzini.
L’anima tech: un cuore analogico con mente digitale
Controllo di trazione e ABS sono come dei bravi roadies: fanno il loro lavoro senza rubare la scena. Niente mappe motore complicate o schermi touch, solo l’essenziale per godersi lo spettacolo. È come avere un jukebox che accetta pagamenti contactless: il perfetto connubio tra passato e presente.
Il sound: una sinfonia rock su due ruote
Lo scarico di serie? Un’opera d’arte acustica. Basso e profondo al minimo, un crescendo esaltante salendo di giri. Ho rischiato più volte di fare il bis in galleria solo per il gusto di sentirla “cantare” ancora una volta.
Il gran finale: quando cala il sipario
Dopo tre mesi, restituirla è stato come la fine di un tour mondiale: sapevi che sarebbe arrivato il momento, ma non eri mai davvero pronto. La Kawasaki Z900 RS SE è come quella canzone che non vorresti finisse mai: un mix perfetto di ritmo classico e arrangiamenti moderni.
Non è una moto per tutti, certo. Ma se vuoi sentirti come una rockstar senza dover imparare a suonare la chitarra, questa è la tua strada. Ti farà sentire cool senza sembrare un wannabe, nostalgico senza essere fuori moda.
Ricordate: la vita è troppo breve per ascoltare musica noiosa o guidare moto senz’anima. E la Z900 RS SE ha più anima di un concerto blues nel delta del Mississippi.